Motivazione
“Sine metu usque ad metam”
Senza paura fino alla meta
La motivazione è il propulsore dell’azione, se non il suo stretto presupposto (si può agire anche svuotati di motivazione, quasi meccanicamente), svolge un ruolo enormemente facilitante per l’azione, ed è intimamente connessa al motivo, al perché ci si sta muovendo.
La motivazione è sicuramente correlata con il passato – la voglia di riscattarsi da errori, da insuccessi o dalla mediocrità che fu – ma per essere tale deve estendersi al futuro e riguardare uno scopo: faccio questo, ed evito di fare quest’altro, perché voglio ottenere qualcosa, voglio diventare qualcuno. Avere un’idea chiara, un’immagine del sé desiderato nel contesto desiderato, aiuta enormemente la motivazione, e quindi, conseguentemente, aiuta la perduranza nell’azione.
La motivazione, infatti, è parente stretta della perseveranza, dal momento che sostiene i comportamenti nel tempo, risultando spesso determinante nel raggiungimento degli obiettivi a medio e lungo termine. In tali obiettivi, infatti, la tentazione di gettare la spugna durante i periodi difficili, si fa più forte se manca una robusta motivazione; viceversa, quando questa è presente in abbondanza, diventa fonte di perseveranza e antidoto allo scoraggiamento.
In altre parole, la motivazione risulta decisiva nel conseguire scopi la cui realizzazione richiede un arco temporale esteso e quindi nel mantenere una continuità nei risultati. Per questo la motivazione è così importante per chi intende realizzare se stesso – cammino che richiede tempo, risorse e l’attitudine a non farsi intimidire dai momenti bui – e può essere considerata come un mezzo psicologico per un fine.
La de-motivazione, il più delle volte, attiene a un perché debole, oppure, più raramente, a una consapevolezza troppo acuta della caducità della vita terrena. Il cliente demotivato entra nell’ordine delle idee che tutto è vano perché tutto ha una fine e allora perché mai agire e provare ad avere successo? Questa verità può essere anche ribaltata a favore della motivazione:
proprio perché abbiamo un tempo limitato occorre affrettarsi nel raggiungere ciò che si vuole.
La paura, a volte, può essere una leva efficace. Se la demotivazione, ad esempio, concerne il lavoro e l’introduzione del futuro roseo che si avrebbe lavorando in modo adeguato non funziona, si potrebbe suggerire una prospettiva plumbea e devastante di vecchiaia, malanni e ristrettezze economiche. Si muoverà almeno per assicurarsi un certo benessere finanziario? Probabilmente sì, se non è già ricco di suo. Se lo è, le cose si mettono male, ma c’è sempre una strada, c’è sempre un modo…
Il coach può fare tentativi mirati, ponendo le domande giuste, quelle potenti, che pungolano e innescano diverse possibilità evitando di imboccare il cliente, e da queste domande, un giorno che generalmente non tarda a venire, come uno scrigno magico che si apre, d’improvviso inizia a luccicare una nuova motivazione, finalmente il perché giusto.
Un altro piccolo grande miracolo del coaching
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la motivazione è un muscolo che si può allenare
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