Timidezza
Giovanni e Maria soffrono di timidezza, ma uno risponde con la logorrea, l’altra con il silenzio. Entrambi vorrebbero uscirne.
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“Maledetta timidezza, che la voce se ne va, ma in silenzio si può amare, in silenzio siamo qua”
cantavano i Neri per Caso, gruppo molto in voga negli anni ’90, associando la timidezza al silenzio – il caso di Maria – che è forse l’esternazione tipica della timidezza, quella di chiudersi ed evitare di dire la propria opinione, se non dopo diverse sollecitazioni esterne e non senza preoccupazioni e timori.
C’è anche il caso di Giovanni, che riempie ossessivamente il silenzio con parole o battute, ma la timidezza è la stessa, il timore è il medesimo: non essere accettati per quello che siamo.
Essendoci alla base questa paura, si diventa troppo vulnerabili al giudizio altrui che viene letto, spesso erroneamente, come un “Tu non vai bene così per me, per noi”, quindi come l’anticamera dell’esclusione, e allora si fa di tutto per evitarlo: rimanere in silenzio per ore, giorni, a volte per una vita intera, oppure all’incontrario, straparlare per non dare tempo e spazio agli altri per elaborare quel giudizio che si teme così tanto.
Gli errori alla base della timidezza sono fondamentalmente due.
1. Se faccio qualcosa o evito di farla (ad esempio, esprimere la mia opinione) gli altri non mi giudicheranno e/o non mi escluderanno.
Non è assolutamente detto. Il giudizio non si può evitare, spesso avviene in barba alla nostra consapevolezza, e non è detto che il silenzio o la logorrea ci salvino dall’esclusione sociale. Ma anche se fosse? Trovereste giusto barattare quello che siete per l’approvazione degli altri?
2. Essere giudicato significa essere escluso.
Non è detto. Conosciamo amicizie o rapporti d’amore sopravvissuti anche ai giudizi più severi, mentre non sono rari casi in cui la persona viene esclusa nonostante non sia verbalmente giudicata (e comunque viene giudicata a livello mentale!)
Pertanto, se il giudizio è quasi inevitabile (solo che a volte viene esternato, a volte no) e il non essere accettati dagli altri sempre possibile (anche se facciamo del nostro meglio, o rimaniamo in silenzio, o parliamo in continuazione), perché mai non essere pienamente se stessi ed esprimersi senza troppe paure?
Perché non vivere una vita libera dalla timidezza?
Buon cammino.
Nicola Loiacono
Life Coach
#dilloalcoach
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